mercoledì 15 agosto 2018

La Fine e' il mio Inizio.....

Folco, Folco, corri, vieni qua! C'è un cuculo nel castagno. Non lo vedo, ma è lì che canta la sua canzone:

Cucù, cucù, l'inverno non c'è più
E ritornato il maggio col canto del cucù


Bellissimo, senti!
Che gioia, figlio mio. Ho sessantasei anni e questo grande viaggio della mia vita è arrivato alla fine. Sono al capolinea. Ma ci sono senza alcuna tristezza, anzi, quasi con un po' di divertimento. L'altro giorno la Mamma mi ha chiesto «Se qualcuno telefonasse e ci dicesse d'aver scoperto una pillola che ti farebbe campare altri dieci anni, la prenderesti?» E io istintivamente ho risposto «No!» Perché non la vorrei, perché non vorrei vivere altri dieci anni. Per rifare tutto quello che ho già fatto? Sono stato nell'Himalaya, mi sono preparato a salpare per il grande oceano di pace e non vedo perché ora dovrei rimettermi su una barchetta a pescare, a far la vela. Non mi interessa.
Guarda la natura da questo prato, guardala bene e ascoltala. Là, il cuculo; negli alberi tanti uccellini - chi sa chi sono? - coi loro gridi e il loro pigolio, i grilli nell'erba, il vento che passa tra le foglie. Un grande concerto che vive di vita sua, completamente indifferente, distaccato da quel che mi succede, dalla morte che aspetto. Le formicole continuano a camminare, gli uccelli cantano al loro dio, il vento soffia.
Che lezione! Per questo io sono sereno. Da mesi dentro di me c'è un centro di gioia che irradia in ogni direzione. Mi pare di non essere mai stato così leggero e felice. E se mi chiedi: Come stai? ti dico: Io sto benissimo, la mia testa è libera, mi sento meravigliosamente. Solo che questo corpo fa acqua, letteralmente fa acqua da tutte le parti, marcisce. E l'unica cosa da fare è staccarsene e abbandonarlo al suo destino di materia che diventa putrescente, che torna polvere. Senza angoscia, come la cosa più naturale del mondo.
Però, proprio perché mi rimane poco tempo, un'ultima cosa forse mi piace ancora farla ed è parlare con te che sei stato parte e spettatore della mia vita per trentacinque anni, trentaquattro - quanti ne hai? -, di questo lungo viaggio che io ho fatto e che tu hai visto dal basso, dalla prospettiva del figlio. Eri sempre lì, ma so benissimo che non conosci tutta la mia vita. Come in fondo io non conoscevo la vita di mio padre e mi rammarico alla fine di non aver passato del tempo con lui a parlarne.

FOLCO: Allora, Babbo, hai proprio accettato di morire?

TlZIANO: Vedi, questa di «morire» è una cosa che vorrei evitare. Mi piace molto di più l'espressione indiana, che conosci come me, «lasciare il corpo». Infatti, il mio sogno è di scomparire come se non esistesse questo momento del distacco. L'ultimo atto della vita, che è quello che si chiama morte, non mi preoccupa perché mi ci sono preparato. Ci ho pensato.
Ora, non dico che sarebbe la stessa cosa alla tua età. Ma alla mia! Ho sessantasei anni, ho fatto tutto quel che volevo fare, ho vissuto intensissimamente, per cui non ho alcun rimpianto. Non ho da dire «Ah, mi ci vorrebbe ancora tempo per fare questo!» E poi non mi preoccupo grazie alle due o tre cose, secondo me fondamentali, che tutti i grandi e i saggi del passato avevano ben capito.
Che cos'è che ci fa così spavento della morte?
Quello che ci fa paura, che ci congela davanti a quel momento è l'idea che scomparirà in quell'attimo tutto quello a cui noi siamo tanto attaccati. Prima di tutto il corpo. Del corpo ne abbiamo fatto un'ossessione. Tu pensa: uno cresce con questo corpo, ci si identifica. Guarda te, sei giovane, sei forte, pieno di muscoli. Oh, ero così anch'io! Ogni giorno correvo dei chilometri per tenermi in forma, facevo ginnastica, avevo delle gambe dritte, avevo i baffi e la testa piena di capelli corvini. Ero un bel ragazzo. Uno dice «Tiziano Terzani» e pensa a quel corpo lì.
Tutto da ridere! Guardami ora. Pelle e ossa, magrissimo, le gambe gonfie, la pancia come un pallone. Mi si è rovesciata la geometria del corpo. Prima uno ha le spalle larghe e la vita stretta; ora ho delle spalline strette strette e una vita enorme. Allora non posso essere attaccato a questo corpo. E poi, quale corpo? Un corpo che cambia tutti i giorni, che perde i capelli, che si azzoppa, che si acciacca, che viene tagliato a pezzi dal chirurgo?
Il corpo non siamo noi. Allora cosa siamo?
Crediamo di essere tutte le cose che ci preoccupa di perdere morendo. Con l'identità - giornalista, avvocato, direttore di banca - ti ci sei identificato e l'idea che tutto questo scompaia, che tu non sia più il grande giornalista, il bravo direttore di banca, che la morte ti porti via tutto questo ti sconvolge. Tu possiedi la bicicletta, l'automobile, un bel quadro che hai comprato con i risparmi di tutta una vita, un campo, una casetta al mare. È tua! E ora muori e la perdi. La ragione per la quale si ha tanta paura della morte è che con quella bisogna rinunciare a tutto quel che ci stava tanto a cuore, proprietà, desideri, identità. Io l'ho già fatto. Negli ultimi anni non ho fatto che buttare a mare tutto questo e non c'è più nulla a cui sono legato.

sabato 4 agosto 2018

Allontanare le persone che ci depotenziano nella nostra vita ....

Per essere finalmente felici, dovremo evitare tutti gli elementi di tossicità che ci trascinano giù… mi riferisco alle persone pronte a spettegolare, a scoraggiarti, a suggerirti gli scenari più catastrofici….
A volte ci serve cambiare aria, persone, giro di amici per potere ricominciare da zero la propria vita
Le cosiddette persone “tossiche” non hanno la capacità di apprezzare gli aspetti positivi e sono sempre intenti a rendere tutto più complicato. Per questo motivo è fondamentale allontanarle dalla nostra vita dato che hanno la capacità di diventare un ostacolo quando dobbiamo risolvere situazioni difficili. 
“Allontanare le persone sgradite è come abbandonare a poco a poco una zavorra che vi portavate dietro solo per la paura di rimanere da soli”
Probabilmente in questo momento della nostra vita frequentiamo una persona tossica e magari non ne siamo consapevoli. Se non siamo del tutto felici, chi dovremmo allontanare dalla nostra vita? In che modo possiamo allontanarle? 
“Circondiamoci di persone positive e propositive. Il loro esempio e il loro modo di fare saranno di beneficio a noi e a come verremo percepiti”
Abbiamo una nostra personalità e una nostra identità che deve essere preservata dalla negatività. Dobbiamo attirare le persone verso di noi, non allontanarle e per fare questo dobbiamo evitare accuratamente di venire contaminati dalle persone negative, lamentose, dedite al pettegolezzo e che giudicano tutti quelli che hanno successi professionali a cui loro non riescono ad ambire. Vediamo nel dettaglio le tipologie di persone da allontanare dalla nostra vita

 L’approfittatore

Questa tipologia fa sicuramente parte delle persone da allontanare. Gli approfittatori sono coloro che attraverso la propria commiserazione cercano di ottenere il nostro aiuto.
Esistono diversi tipi di approfittatori, ma poniamo l’enfasi su due in particolare: i manipolatori e quelli che vogliono suscitare la nostra pena. I primi sono quelli che si approfittano del loro status sociale, delle loro abilità o di qualsiasi altro tipo di qualità, al fine di farci sentire inferiori o dipendenti. Adottano un atteggiamento dominante e subdolo, per farci fare tutto ciò che loro vogliono, anche se in fondo non vogliamo.
Poi vi è la categoria dell’eterno sfortunato, un tipologia di persone che fa leva sul nostro buonismo; assume un atteggiamento subdolo che ci porta ad aiutarlo e a risolvere i suoi problemi dato che ci sentiamo obbligati ad offrirgli un aiuto.
Nonostante non ci sia nulla di male ad aiutare un amico in un momento difficile, è importante fare attenzione a quando ciò diventa una pratica frequente.

 Chi non si assume le proprie responsabilità

Chi è incapace di riconoscere i propri errori, dando sempre la colpa agli altri, influisce negativamente sulle nostre vite. Non solo può trasmetterci questo tipo di atteggiamento, ma può anche trasformarci in sue vittime in qualsiasi momento.
Queste persone sono troppo immature e non hanno le qualità necessarie ad affrontare le difficoltà. Se non le allontaniamo il prima possibile, ci sono grandi probabilità che finiremo per farci carico dei loro problemi.

 Qualcuno/a a cui non stiamo simpatici

A causa del nostro modo di vivere, della nostra personalità o di qualsiasi altra qualità, possiamo non essere simpatici o non essere apprezzati da qualcuno. Purtroppo, ciò può costituire un problema. Spesso infatti commettiamo l’errore di concentrare tutte le nostre forze pur di piacere a qualcuno che non ci apprezza, perdendo di vista le nostre reali priorità.
Per quanto possiamo sforzarci, infatti, dobbiamo accettare che ci sono persone che, semplicemente, non sentono alcuna affinità con noi e che sono infastidite dalla nostra presenza. Per questo motivo, invece di cercare a tutti i costi di piacere a tutti, dobbiamo concentrarci su coloro che ci vogliono nella loro vita incondizionatamente.

 Chi ha paura di uscire della sua zona di confort

Per avere una vita piena di avventure ed emozioni nuove, forse faremmo meglio ad allontanare le persone che non sono disposte ad uscire dalla loro zona di confort. Queste persone hanno paura di tutto; di conseguenza spingono anche noi ad aver paura di vivere esperienze diverse.

 Chi sottolinea i nostri difetti

Tutti hanno dei difetti e a volte è anche giusto che gli altri ce li facciano notare per poterli superare e migliorarci come persone. Tuttavia, è molto importante saper distinguere tra coloro che esprimono il loro parere in modo onesto e costruttivo e coloro che, invece, vedono nei nostri difetti una debolezza e ne approfittano per attaccarci.
Chi è sempre pronto a sottolineare e a criticare i nostri errori, senza tuttavia mettere in evidenza i nostri pregi e i nostri successi, è una persona tossica che ha solo l’obiettivo di distruggere la nostra autostima.

Chi ci riempie di dubbi

In alcune occasioni è necessario avere qualcuno che ci aiuti ad evidenziare i rischi che comportano determinate situazioni. Vi sono persone, però, che sembrano facciano solo questo nella vita: seminano dubbi e ostacolano i desideri altrui.
Si tratta delle tipiche persone che affrontano la loro vita nella costante paura di fallire; persone non disposte a mettersi in gioco ma che soprattutto vogliono che anche gli altri siano così. Per questo motivo, cercano di sabotare qualsiasi progetto diverso dal loro, seminando insicurezze e negatività.
Dopo aver identificato una qualsiasi di queste persone nella nostra vita, la cosa migliore da fare è evitarla per impedire che influisca negativamente sulle nostre decisioni, sui nostri progetti e sui nostri momenti felici.

Se sei veramente coraggioso....



Se sei abbastanza coraggioso da lasciarti dietro tutto ciò che è familiare e confortevole, e che può essere qualunque cosa, dalla tua casa ai vecchi rancori, e partire per un viaggio alla ricerca della verità, sia esteriore che interiore; se sei veramente intenzionato a considerare tutto quello che ti capita durante questo viaggio come un indizio;se accetti tutti quelli che incontristrada facendo, come insegnanti; e se sei preparato soprattutto ad accettare alcune realtà di te stesso veramente scomode, allora la verità non ti sarà preclusa.” 



 Elizabeth Gilbert